Conclusa la COP28: per Italy for Climate, luci (inaspettate) ma ancora ombre

Conclusa la COP28

“Transitioning away from fossilfuels in energy systems, in a just, orderly and equitable manner, accelerating action in this critical decade, so as to achieve netzero by 2050 in keeping with the science”. È questa la frase chiave dell’accordo raggiunto oggi alla COP28 di Dubai. Ma cosa significa?

Per la prima volta nella storia i Governi di tutto il mondo hanno unanimemente e formalmente dichiarato la necessità di eliminare i combustibili fossili: si tratta di un traguardo storico e forse insperato per come si era messa la trattativa a Dubai, e con una Presidenza del summit fortemente legata al petrolio.

Ora bisogna sviluppare una roadmap chiara per questa eliminazione: l’unico anno citato nel dcumento finale della COP è il 2050, troppo lontano per tradursi in impegni davvero concreti e stringenti su questo fronte.

Secondo Andrea Barbabella, coordinatore di Italy for Climate:

“Di fronte all’urgenza di una crisi che non ammette più indugi, la COP28 si chiude con un bilancio in chiaroscuro. Dopo trentuno anni di negoziati, iniziati nel 1992 al Summit delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro, per la prima volta tutti i Governi del mondo, seppur con differenti livelli di entusiasmo, hanno formalmente riconosciuto la necessità di dove porre fine all’era dei combustibili fossili. Questa decisione, maturata in un contesto tutt’altro che favorevole, quello del “petroStato” degli Emirati Arabi Uniti, emerge come un raggio di luce inaspettato.  Tuttavia, il documento concordato a Dubai è anche ricco di sfumature di grigio, fatte di cose che mancano, come date e numeri certi, e cose di troppo, come terminologie ambigue e soluzioni tecnologiche discutibili. Ma un lato oscuro di questa COP è il tempo. Non solo il tempo che ci è voluto per riuscire da ammettere che per contrastare la crisiclimatica avremmo dovuto cominciare a ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili, ma soprattutto quello, piccolissimo fatto di una manciata di anni, che ci rimane per poter cambiare rotta e iniziare la ripida picchiata delle emissioni. Insomma quello che avremmo voluto e che ancora non abbiamo ottenuto, almeno a questa COP, è una Roadmap chiara fatta di obiettivi e target finalmente condivisi. Per la quale certamente non possiamo aspettare altre 28 COP”

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