Ex Ilva, con l’economia circolare -30% di emissioni CO2

Ex Ilva economia circolare

L’economia circolare entra negli stabilimenti Acciaierie d’Italia. Il Gruppo Iren ha infatti siglato con l’impianto ex Ilva di Taranto un accordo che prevede la fornitura di 50.000 tonnellate all’anno di Bluair. L’impiego di questo tecnopolimero derivato dalla lavorazione meccanica dei rifiuti in plastica permette la sostituzione parziale negli altiforni del polverino di carbone abbattendo così del 30% le emissioni di CO2.

Una soluzione win-win

“Bluair è un esempio virtuoso di innovazione applicata all’economia circolare. Un modello win win che da una parte valorizza un rifiuto altrimenti destinato alla discarica e dall’altra rende più sostenibili filiere produttive fondamentali per l’economia del Paese”, ha commentato Luca Dal Fabbropresidente di Iren. “Nel nostro piano industriale al 2030 è prevista una forte crescita dei business dedicati all’economia circolare e la tecnologia Bluair costituisce uno dei nostri asset più innovativi che ci consentono di posizionarci fra i leader italiani della transizione energetica”.

Numerosi vantaggi

L’impiego di Bluair all’ex Ilva ha molti vantaggi. Impiegato in sostituzione del carbone e dei suoi derivati questo tecnopolimero:

 favorisce la decarbonizzazione dell’industria siderurgica contribuendo a ridurre la dipendenza per le importazioni di carbone;

– aumenta il riciclo dei rifiuti di imballaggio in plastica con risparmi sulla plastic tax europea che l’Italia deve pagare all’Ue sulle quantità non riciclate (pari a circa 800 euro a tonnellata);

 riduce le emissioni di CO2 consentendo risparmi sui certificati di compensazione ambientale Ets.

Attualmente Bluair è prodotto negli stabilimenti di San Giorgio di Nogaro (Udine) e di Rovigo. A questi impianti si aggiungerà quello in via di costruzione a Scarlino (Grosseto) che dovrebbe essere operativo all’inizio del 2025, permettendo così il raddoppio della capacità produttiva del gruppo.

Bluair è una materia prima circolare prodotta attraverso un processo meccanico che comprende una fase termica di riciclo delle plastiche che attualmente non recuperabili. Si tratta di rifiuti multilayer con polimeri diversi accoppiati che non si riescono a separare.

Usato da molti anni nell’altoforno Voestalpine di Linz in partnership con Corepla, il consorzio italiano per il recupero e il riciclo degli imballaggi in plastica, Bluair è stato poi adattato all’utilizzo nelle acciaierie ad arco elettrico che fondono il rottame, europee e italiane.


Articolo originale pubblicato sul sito del Circular Economy Network
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