![Prodotti a km0 e a filiera corta](https://www.fondazionesvilupposostenibile.org/wp-content/uploads/pexels-wendy-wei-1656663-scaled-e1652975339359.jpg)
La valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli e alimentari a chilometro zero e di quelli provenienti da filiera corta diventa legge. Il consumo di alimenti locali, oltre a garantire la freschezza e stagionalità dei prodotti, riduce anche l’inquinamento legato ai trasporti della merce e la necessità di packaging.
E’ stata approvata, infatti, definitivamente dalla Camera la proposta di legge per la valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli e alimentari a chilometro zero e di quelli provenienti da filiera corta, dopo un lungo iter durato quattro anni che ha visto una lettura al Senato e un doppio passaggio alla Camera.
Diversi gli strumenti messi in campo dalla nuova legge: dalle aree dedicate in mercati e supermercati, alle regole per la ristorazione collettiva sino alla creazione di due loghi distintivi. La norma prende in considerazione, in particolare, i prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento, compresa l’acquacoltura provenienti da luoghi di produzione e di trasformazione della materia prima o delle materie prime agricole primarie utilizzate posti a una distanza non superiore a 70 chilometri di raggio dal luogo di vendita, o comunque provenienti dalla stessa provincia del luogo di vendita, o dal luogo di consumo del servizio di ristorazione. A questi si aggiungono i prodotti freschi della pesca in mare e della pesca nelle acque interne e lagunari, provenienti da punti di sbarco posti a una distanza non superiore a 70 chilometri di raggio dal luogo di vendita o di consumo. La tutela arriva anche per i prodotti agricoli e alimentari la cui filiera produttiva risulti caratterizzata dall’assenza di intermediari commerciali, ovvero composta da un solo intermediario tra il produttore, singolo o associato in diverse forme di aggregazione, e il consumatore finale.
Per la vendita diretta dei prodotti potranno essere allestiti mercati ad hoc e i comuni devono riservare almeno il 30 per cento del totale dell’area destinata al mercato (e, per la pesca, delle aree prospicienti i punti di sbarco) agli imprenditori agricoli che vendono i prodotti agricoli e alimentari a chilometro zero o a filiera corta. Gli stessi imprenditori agricoli possono realizzare tipologie di mercati riservati alla vendita diretta dei prodotti agricoli.
La legge prevede anche due marchi ad hoc il logo “chilometro zero” e il logo “filiera corta” da esporre dove i prodotti sono messi in vendita o utilizzati e l’uso improprio del marchio verrà sanzionato. I due marchi sono istituiti con decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali – da adottarsi entro novanta giorni dall’entrata in vigore della di legge di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze e con quello dello Sviluppo Economico e sentita la Conferenza Unificata.
Secondo un’indagine di Coldiretti, l’Italia è un fiore all’occhiello del settore agricolo a km 0 in Europa: nel 2019 era al primo posto nella classifica europea per il segmento, con 31,8 miliardi di euro fatturati.
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