Ronchi lascia l’incarico all’Ilva

Edo Ronchi ha rinunciato a proseguire nel suo incarico all'Ilva perché a suo parere manca il cambio di passo da lui richiesto, che non è stato assicurato dal decreto legge recentemente approvato.

Gli era stata proposta la riconferma dal Ministro Galletti. Alle nuove condizioni, pur ringraziando per la fiducia espressagli, Ronchi non ha accettato. “Non è stata accolta inoltre la proposta di istituire un Commissario ambientale con poteri per attuare il Piano di risanamento ambientale approvato l’8 maggio scorso – ha dichiarato Ronchi -. Per cambiare passo, ora che si entra pienamente nella fase attuativa, è indispensabile un sostanziale rafforzamento della capacità operativa: un sub commissario non è più sufficiente”.

“Avevo proposto – ha continuato Ronchi – di utilizzare subito i fondi dei Riva sequestrati a Milano, spiegando che quelli erano gli unici che al momento potevano garantire la continuità delle opere avviate. Senza queste condizioni non sarebbe stato possibile cambiare passo e realizzare il risanamento ambientale, garantendo il posto di lavoro a migliaia di persone e la continuità di una fabbrica che è un pezzo importante dell’economia locale e nazionale”.

Il principio comunitario chi inquina paga è alla base del diritto ambientale europeo.

Se saltasse questo principio, – ha concluso Ronchi – buona parte della nostra normativa ambientale non reggerebbe. Anteporre a questo principio altri ragionamenti giuridici – tipo le finalità specifiche di un sequestro – a mio parere è sbagliato: i soldi sequestrati alla proprietà andrebbero impiegati per il risanamento ambientale”

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