UE: standard di emissione per tutti i veicoli, verso una mobilità elettrica

Il settore dei trasporti, e in particolare il trasporto su strada, è responsabile per oltre un terzo delle emissioni di gas serra dei settori non-ETS dell’Unione (trasporti, agricoltura, edilizia, servizi, piccoli impianti industriali, gestione dei rifiuti) e rappresenta il settore con il più elevato potenziale di riduzione.

Non è, dunque, un caso che nello stessogiorno della presentazione della proposta di Effort Sharing Decision al 2030 per la riduzione delle emissioni di gas serra nei settori non-ETS in Europa, che assegna all’Italia  un obiettivo del -33% rispetto al 2005, la Commissione Europea presenti la strategia per la decarbonizzazione del settore dei trasporti, “A European Strategy for Low-Emission Mobility”.

Si tratta di un documento di poche pagine che, tuttavia, rimanda a successivi importanti interventi legislativi in diversi ambiti, tra cui in particolare quello degli standard di emissione per le auto, i veicoli commerciali leggeri e, per la prima volta, i veicoli pesanti (bus e camion), sulla scia di quanto accade da diversi anni in Paesi come gli Stati Uniti e la Cina.

Ma non sono queste le uniche novità di rilievo.

La strategia, insiste anche sull’importanza del gas naturale e del biometano quali combustibili alternativi al diesel (sia per il trasporto marittimo, sia per il trasporto su strada) e conferma l’intenzione di disincentivare la produzione di biocombustibili food-based entro il 2020. Pone l’accento sul tema dell’innovazione, e dunque sull’importanza della ricerca e sviluppo, per nuove soluzioni in diversi ambiti: dalla produzione di accumulatori e sistemi di ricarica efficienti per lo sviluppo della mobilità elettrica, ai biocombustibili avanzati. Enfatizza il ruolo della sharing economy, e l’intermodalità, in particolare per il trasporto in ambito urbano e per le brevi tratte, quali modelli di sviluppo funzionali all’effettivo raggiungimento degli impegni per la riduzione delle emissioni.Indica i possibili  strumenti economici da adottare per incentivare il consumo di mobilità a basse emissioni, complementari a quelli della tassazione dei combustibili, tra cui sistemi di tariffazione stradale basati sulle distanze percorsa. Rileva la necessità di integrare trasversalmente gli obiettivi della Strategia Energetica dell’Unione, con la crescente domanda di mobilità elettrica.

Nel complesso, si tratta di importanti indirizzi che,se sfruttati a dovere e in sinergia con le altre opportunità nell’ambito di interventi sulla mobilità locale, a partire dai servizi pubblici, lo smart working e lo shift modale su ferro, consentiranno di ridurre le emissioni dei trasporti e realizzare città più a misura d’uomo.”, sostiene Raimondo Orsini, direttore della Fondazione per lo sviluppo sostenibile.

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