Dall’Ue al G7, la tutela della biodiversità entra nell’agenda dei “grandi”

La salvaguardia della biodiversità è ormai entrata nell’agenda internazionale. A maggio scorso la commissione Ue ha approvato la strategia sulla biodiversità 2030 e il G7 di giugno ha varato il Nature Compact 2030, un accordo chiave per arrestare ed invertire la perdita di biodiversità entro il 2030.

L’accordo pone come obiettivo quello di conservare o proteggere almeno il 30% della terra e il 30% degli oceani a livello globale entro la fine del decennio. Questo traguardo segna un impegno cruciale per il raggiungimento di risultati ambiziosi per la natura. Il cambiamento climatico è un fattore chiave della perdita di biodiversità e proteggere, conservare e ripristinare la biodiversità è fondamentale per affrontare il cambiamento climatico.

Il fulcro delle iniziative del Nature Compact è basato su 4 pilastri:

  • Guidare la transizione verso un uso sostenibile e legale delle risorse naturali –  Riconoscere l’effetto dannoso di alcuni sussidi, spostando gli incentivi e utilizzando tutte le leve per affrontare le attività non sostenibili e illegali che hanno un impatto negativo sulla natura, ad esempio affrontando la deforestazione, sostenendo catene di approvvigionamento sostenibili e intensificando gli sforzi per contrastare il commercio illegale di specie selvatiche. Affrontare inoltre l’impatto negativo dell’attività umana sull’ambiente marino, come pratiche di pesca insostenibili e l’abbandono di rifiuti, anche accelerando le azioni per affrontare i crescenti livelli di inquinamento da plastica negli oceani;
  • Investire nella natura e promuovere un’economia positiva per la natura – lavorare per aumentare drasticamente gli investimenti nella natura da tutte le fonti per garantire che la natura sia presa in considerazione nel processo decisionale economico e finanziario, in particolare con l’impegno di aumentare da qui al 2025 i contributi finanziari per le “nature based solutions”. Garantire inoltre che l’assistenza internazionale allo sviluppo non danneggi la natura;
  • Proteggere, conservare e ripristinare la natura, anche attraverso ambiziosi obiettivi globali – Sostenere e guidare la protezione, la conservazione e il ripristino degli ecosistemi fondamentali per arrestare e invertire la perdita di biodiversità e affrontare il cambiamento climatico, sostenendo i nuovi obiettivi globali per conservare o proteggere almeno il 30% della terra e almeno il 30% degli oceani entro il 2030 come pilastro  fondamentale per gli sforzi di conservazione e ripristino richiesti in questo decennio. Lavorare insieme per ridurre significativamente il rischio di estinzione delle specie e arrestare le estinzioni indotte dall’uomo;
  • Dare priorità all’attuazione degli impegni per la protezione della natura – Promuovere una responsabilità rafforzata di tutti i meccanismi di attuazione di Accordi ambientali multilaterali di cui i Paesi membri del G7 sono parti.

Sulla tutela della biodiversità c’è inoltre il sostegno dichiarato al quadro post- 2020 che sarà adottato dalla Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Biodiversità (CBD-COP15) che avrà luogo in Cina dall’11 al 24 ottobre di quest’anno.

Proprio nel quadro del terzo pilastro “Proteggere, conservare e ripristinare la natura, anche attraverso ambiziosi obiettivi globali”, la Fondazione per lo sviluppo sostenibile si sta impegnando sin dallo scorso anno in progetti di tutela e conservazione degli impollinatori all’interno dei Parchi Nazionali. Dopo il grande successo ottenuto all’interno del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, dove è stata svolta una lunga attività di ricerca, indagini di campo volte allo studio delle specie presenti all’interno del Parco, la creazione di una Carta della Vocazione Apistica del territorio, e due bioblitz che hanno coinvolto la popolazione nel promuovere la conservazione di queste specie, adesso questo stesso modello sta per essere applicato anche all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese. 

Il prossimo 26 Giugno infatti avrà luogo il primo bioblitz all’interno del Parco, dove i partecipanti avranno la possibilità di caricare sulla pagina del progetto creata sulla piattaforma di citizen science Naturalist, immagini di impollinatori -e anche altre specie di insetti- avvistati durante la giornata, che verranno successivamente analizzate e validate dagli esperti dell’Università di Firenze.

Lo sforzo che vede impegnata la Fondazione nel cercare di contrastare l’estinzione di questi impollinatori, e sensibilizzare la popolazione sulla loro importanza, trova riscontro non solamente all’interno del Nature Compact ma anche nella Direttiva del Ministero dell’Ambiente n.23838 del 24/10/2019, volta a contrastare la forte diminuzione degli impollinatori che affligge l’intero Pianeta.

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