
Quest’anno l’Earth Overshoot Day, la data che indica il giorno in cui l’umanità ha consumato tutte le risorse naturali che la Terra è in grado di rigenerare in un anno, cadrà il 24 luglio, la prima volta a luglio e otto giorni prima dello scorso anno. Procedendo di questo passo intorno al 2050 l’umanità consumerà ben il doppio di quanto la Terra produce.
La misurazione fatta a partire dal 1971 dal Global Footprint Network, registra come da allora i giorni dell’utilizzo delle risorse siano costantemente diminuiti (nel 1971 l’earth overshoot day cadeva il 25 dicembre), ad eccezione di brevi periodi come l’anno del Covid, ed oggi l’umanità sta utilizzando la natura a una velocità 1,8 volte superiore a quella di rigenerazione degli ecosistemi terrestri.
Come sottolinea il Global Foorprint Network (GTN), questo anticipo costante della data si verifica perché le persone emettono più CO₂ di quanta la biosfera possa assorbire, consumano più acqua dolce di quanta ne venga reintegrata, abbattono più alberi di quanti ne possano ricrescere, pescano più velocemente di quanto le riserve si ricostituiscano, ecc. Questo sfruttamento eccessivo, superiore a quanto la natura può rinnovare, impoverisce inevitabilmente il capitale naturale della Terra. Compromette, inoltre, la sicurezza delle risorse a lungo termine, soprattutto per coloro che già faticano ad accedere alle risorse necessarie per operare. Alimenta anche la stagnazione, l’insicurezza alimentare ed energetica le crisi sanitarie, i conflitti.
IL GTN ha calcolato anche quante nazioni siano necessarie per soddisfare la domanda di natura dei suoi residenti. Per i giapponesi ci vorrebbero sei Giapponi e mezzo, per gli Italiani più di quattro Italie, per i tedeschi quasi tre Germanie, per i francesi due France.
“L’Earth Overshoot Day –osserva Paul Shrivastava Professore alla Pennsylvania State University e Co-Presidente del Club di Roma- ci ricorda che l’umanità sta consumando troppo, prendendo in prestito dal futuro. Se non si interviene, questo porterà al default, poiché l’ambiente sarà troppo impoverito per offrire tutto ciò di cui le persone hanno bisogno. Evitare il default finanziario ed ecologico dipende dalla nostra capacità e volontà di ripagare il debito. La buona notizia è che evitare il default ecologico è possibile: ne abbiamo la capacità economica. Ora sviluppiamo la volontà politica, partendo dal comportamento dei singoli consumatori fino alle strategie economiche dei governi”.



