Pubblicato oggi dalla Commissione europea il pacchetto di proposte per il rilancio delle politiche climatiche

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Oggi la Commissione europea ha adottato un pacchetto di proposte per rendere le politiche dell’UE in materia di clima, energia, uso del suolo, trasporti e fiscalità per ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.

Lo scopo è quello di rendere l’Europa il primo continente al mondo neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050 e far diventare una realtà il Green Deal. Con le proposte di oggi sono stati presentati gli strumenti legislativi per raggiungere gli obiettivi concordati nella legge europea sul clima.

Le proposte combinano: l’applicazione dello scambio di emissioni a nuovi settori e un rafforzamento dell’attuale sistema di scambio di emissioni dell’UE; un maggiore uso delle energie rinnovabili; una maggiore efficienza energetica; una più rapida diffusione di modi di trasporto a basse emissioni e delle infrastrutture e dei carburanti per sostenerli; un allineamento delle politiche fiscali con gli obiettivi del Green Deal europeo; misure per prevenire la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio; e strumenti per preservare e far crescere i nostri pozzi naturali di carbonio.

Il sistema europeo di scambio delle emissioni (ETS) mette un prezzo sul carbonio e abbassa il tetto delle emissioni di alcuni settori economici ogni anno. Ha ridotto le emissioni della produzione di energia e delle industrie ad alta intensità energetica del 42,8% negli ultimi 16 anni. La Commissione propone di abbassare ulteriormente il tetto complessivo delle emissioni e di aumentare il suo tasso annuale di riduzione. Essa propone anche di eliminare gradualmente le quote di emissione gratuite per l’aviazione e di allinearsi al sistema globale di compensazione e riduzione del carbonio per l’aviazione internazionale (CORSIA) e di includere per la prima volta le emissioni del trasporto marittimo nel sistema ETS dell’UE. Per ottenere riduzioni di emissioni nel trasporto stradale e negli edifici viene istituito un nuovo sistema separato di scambio di emissioni per la distribuzione di carburante per il trasporto stradale e per gli edifici. La Commissione propone anche di aumentare la dimensione dei fondi per l’innovazione e la modernizzazione.

Per completare la spesa sostanziale per il clima nel bilancio dell’UE gli Stati membri dovrebbero spendere la totalità dei loro proventi dello scambio di emissioni in progetti relativi al clima e all’energia. Una parte dedicata delle entrate del nuovo sistema per il trasporto stradale e gli edifici dovrebbe affrontare il possibile impatto sociale sulle famiglie vulnerabili, le micro-imprese e gli utenti dei trasporti.

Inoltre il regolamento sulla condivisione degli sforzi assegna ad ogni Stato membro obiettivi rafforzati di riduzione delle emissioni per gli edifici, il trasporto stradale e marittimo nazionale, l’agricoltura, i rifiuti e le piccole industrie. Riconoscendo i diversi punti di partenza e le capacità di ogni Stato membro, questi obiettivi sono basati sul loro PIL pro capite, con aggiustamenti fatti per prendere in considerazione l’efficienza dei costi.

Gli Stati membri condividono anche la responsabilità di rimuovere il carbonio dall’atmosfera, quindi il regolamento sull’uso del suolo, la silvicoltura e l’agricoltura stabilisce un obiettivo generale dell’UE per la rimozione del carbonio dai pozzi naturali, equivalente a 310 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 entro il 2030. Gli obiettivi nazionali richiederanno agli Stati membri di curare ed espandere i loro carbonsink per raggiungere questo obiettivo. Entro il 2035 l’UE dovrebbe mirare a raggiungere la neutralità climatica nei settori dell’uso del suolo, della silvicoltura e dell’agricoltura, includendo anche le emissioni agricole non-CO2, come quelle dall’uso di fertilizzanti e dal bestiame. La strategia forestale dell’UE mira a migliorare la qualità, la quantità e la resilienza delle foreste dell’UE, nonché a sostenere i silvicoltori e la bioeconomia basata sulle foreste, mantenendo la raccolta e l’uso della biomassa sostenibile, preservando la biodiversità e stabilendo un piano per piantare tre miliardi di alberi in tutta Europa entro il 2030.

La produzione e l’uso dell’energia rappresentano il 75% delle emissioni dell’UE, quindi è fondamentale accelerare la transizione verso un sistema energetico più verde. La direttiva sull’energia rinnovabile fisserà un obiettivo maggiore per produrre il 40% della nostra energia da fonti rinnovabili entro il 2030. Tutti gli Stati membri contribuiranno a questo obiettivo e sono proposti obiettivi specifici per l’uso di energia rinnovabile nei trasporti, nel riscaldamento e raffreddamento, negli edifici e nell’industria. Per raggiungere i nostri obiettivi climatici e ambientali, i criteri di sostenibilità per l’uso della bioenergia sono rafforzati e gli Stati membri devono progettare qualsiasi regime di sostegno per la bioenergia in modo da rispettare il principio a cascata degli usi della biomassa legnosa.

Per ridurre l’uso globale dell’energia, ridurre le emissioni e affrontare la povertà energetica, la direttiva sull’efficienza energetica stabilirà un obiettivo annuale vincolante più ambizioso per la riduzione dell’uso dell’energia a livello UE. Essa dà indirizzi sul modo in cui i contributi nazionali vengono fissati per ottenere quasi il raddoppio dell’obbligo annuale di risparmio energetico per gli Stati membri. Il settore pubblico sarà tenuto a rinnovare il 3% dei suoi edifici ogni anno per guidare l’ondata di rinnovamento, creare posti di lavoro e ridurre l’uso di energia e i costi per il contribuente.

Una combinazione di misure è necessaria per affrontare l’aumento delle emissioni nel trasporto stradale per integrare lo scambio di emissioni. Standard di emissioni di CO2 più impegnativi per auto e furgoni mirano ad accelerare la transizione verso la mobilità a zero emissioni, richiedendo alle emissioni medie delle nuove auto di scendere del 55% dal 2030 e del 100% dal 2035 rispetto ai livelli del 2021. Di conseguenza, tutte le nuove auto immatricolate a partire dal 2035 saranno a zero emissioni. Per garantire che gli automobilisti siano in grado di caricare o rifornire i loro veicoli in una rete affidabile in tutta Europa, il regolamento rivisto sulle infrastrutture per i combustibili alternativi richiederà agli Stati membri di espandere la capacità di ricarica in linea con le vendite di auto a zero emissioni e di installare punti di ricarica e rifornimento a intervalli regolari sulle principali autostrade: ogni 60 chilometri per la ricarica elettrica e ogni 150 chilometri per il rifornimento di idrogeno.

I carburanti per il trasporto aereo e marittimo causano un inquinamento significativo e richiedono anch’essi un’azione specifica per integrare lo scambio di emissioni. Il regolamento sulle infrastrutture per i combustibili alternativi richiede che gli aerei e le navi abbiano accesso alla fornitura di elettricità pulita nei principali porti e aeroporti. L’iniziativa ReFuelEU Aviation obbligherà i fornitori di carburante a miscelare livelli crescenti di carburanti sostenibili per l’aviazione nel jet fuel imbarcato negli aeroporti dell’UE, compresi i carburanti sintetici a basse emissioni di carbonio, noti come e-fuels. Allo stesso modo, l’iniziativa marittima FuelEU stimolerà l’adozione di carburanti marittimi sostenibili e di tecnologie a zero emissioni, fissando un limite massimo al contenuto di gas serra dell’energia utilizzata dalle navi che fanno scalo nei porti europei.

Il sistema fiscale per i prodotti energetici deve salvaguardare e migliorare il mercato unico e sostenere la transizione verde stabilendo i giusti incentivi. Una revisione della direttiva sulla tassazione dell’energia propone di allineare la tassazione dei prodotti energetici con le politiche energetiche e climatiche dell’UE, promuovendo le tecnologie pulite e rimuovendo esenzioni obsolete e aliquote ridotte che attualmente incoraggiano l’uso dei combustibili fossili. Le nuove regole mirano a ridurre gli effetti dannosi della concorrenza fiscale sull’energia, contribuendo a garantire agli Stati membri le entrate derivanti dalle tasse verdi, che sono meno dannose per la crescita rispetto alle tasse sul lavoro.

Infine, viene presentata una carbon tax alla frontiera sulle importazioni di una selezione mirata di prodotti per evitare che le politiche europee per il clima spingano a delocalizzare le produzioni dove le emissioni non vengono tassate, incoraggiando così anche l’industria extra UE e i nostri partner internazionali a fare passi nella stessa direzione.

La carbon tax europea dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2026. Si applicherà ai settori del cemento, siderurgia, alluminio, fertilizzanti e produzione di energia. Si applicherà come segue:

  • Gli importatori UE di merci coperte dalla carbon tax alla frontiera si registrano presso le autorità nazionali dove possono anche acquistare i certificati CBAM. Il prezzo dei certificati sarà calcolato in base al prezzo medio settimanale dell’asta delle quote EU ETS espresso in € / tonnellata di CO2 emessa;
  • L’importatore UE deve dichiarare entro il 31 maggio di ogni anno la quantità di merci e le le emissioni incorporate nelle merci importate nell’UE durante l’anno precedente;
  • Allo stesso tempo, l’importatore consegna il numero di certificati della carbon tax alla frontiera che corrisponde alla quantità di emissioni di gas a effetto serra incorporate nei prodotti;
  • Se gli importatori possono provare, sulla base di informazioni verificate da produttori di paesi terzi, che un prezzo del carbonio è già stato pagato durante la produzione delle merci importate, l’importo corrispondente potrà essere dedotto dalla loro fattura finale.

La notizia è consultabile alla pagina: https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_21_3541.

La proposta sulla carbon tax alla frontiera è scaricabile alla pagina: https://ec.europa.eu/info/sites/default/files/carbon_border_adjustment_mechanism_0.pdf

 

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