Trasporti: il Parlamento Europeo limita l’uso dei biocombustibili dannosi

Il 28 aprile, il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva un progetto di legge che limita l'utilizzo dei biocombustibili dannosi nei trasporti.

In effetti, la crescita della domanda per i biocombustibili ha causato la conversione di un’elevata quantità di terre fertili alla produzione di biocarburanti invece che di cibo. Ciò ha causato la trasformazione di ulteriore terreno non coltivato, anche tramite deforestazione, in terreno agricolo: un processo conosciuto come Indirect Land Use Change o ILUC (cambiamento indiretto nell’uso dei terreni).

Questo processo, rimuovendo la vegetazione preesistente, provoca un aumento della CO2 nell’atmosfera, nonché conseguenze negative su ecosistemi, biodiversità e anche sulle comunità locali. Il paradosso è che in questo modo la produzione di biocombustibili può addirittura essere dannosa per l’ambiente e produrre maggiori emissioni di CO2.

La decisione del Parlamento Europeo, che deve essere applicata dagli stati membri entro il 2017, limita al 7% l’uso di biocombustibili dannosi rispetto al totale dell’energia consumata dal settore dei trasporti nel 2020, lasciando l’opportunità agli stati membri di porre limiti anche più stretti.

Sono stati inoltre introdotti obblighi di misurazione e comunicazione delle emissioni causate dall’ILUC, nonché incentivi all’uso dei biocarburanti di seconda generazione, che non richiedono coltivazioni addizionali ma estraggono biocombustibili da scarti agricoli con tecniche avanzate.

L’associazione Transport&Environment, di cui la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile è membro, considera questa riforma un passo avanti che permetterà di risparmiare 320 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, equivalenti alle emissioni totali della Polonia nel 2012.

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