Green acts V | introduzione:

di Fabrizio Vigni

Non è stata certo una sorpresa. Al G7 ambiente di Bologna gli Stati Uniti hanno confermato di volersi sfilare dagli accordi di Parigi sul clima. Il comunicato finale del G7 evidenzia che Trump è isolato. Gli altri paesi vanno avanti, gli impegni non sono rinegoziabili. Non è chiaro come la nuova amministrazione USA, al di là dell’annuncio politico, intenda procedere per uscire dall’accordo, tanto più che in ogni caso l’iter formale non potrebbe chiudersi prima della conclusione del mandato dell’attuale Presidente.

Ma resta la gravità di una decisione che rompe la collaborazione internazionale, su una delle sfide più grandi che l’umanità ha di fronte. Sono state importanti, certo, le reazioni alla scelta di Trump. Dalle parole chiare e dure del Vaticano alla dichiarazione congiunta dei governi di Francia, Italia e Germania, dalla conferma dell’impegno della Cina fino alle prese di posizione di numerose città, imprese, associazioni all’interno degli Stati Uniti. Ma l’unico modo di difendere l’accordo di Parigi, come ricorda Edo Ronchi nel suo editoriale, è attuarlo, riducendo le emissioni in misura consistente e in tempi rapidi. L’Europa, in particolare, deve assumere a questo punto insieme alla Cina un ruolo ancor più da protagonista nell’attuazione degli impegni  per il clima, anche assumendo obiettivi ancora più ambiziosi.

Proprio l’Europa, come segnala un rapporto dell’Eurostat, registra un boom dell’economia verde, con risultati significativi dal punto di vista della occupazione e del valore aggiunto. Negli ultimi 15 anni i green jobs sono aumentati del 49%, rispetto al 6% dei settori economici tradizionali. E’ la conferma che la transizione verso una green economy, seppur non senza ostacoli e difficoltà, sta procedendo.

E l’Italia?

L’Italia deve fare fino in fondo la propria parte. A cominciare da una nuova Strategia energetica nazionale – si è aperta in questi giorni la consultazione pubblica sul documento –  che deve avere obiettivi ambiziosi e coerenti con gli impegni per il clima. Tra le altre notizie segnaliamo che è stato pubblicato dal Ministero dell’Ambiente il primo Rapporto sullo stato del capitale naturale e che è stato approvato il decreto correttivo del codice degli appalti pubblici, con luci e ombre per quanto riguarda il Green public procurement. Si vota nel frattempo per il rinnovo di importanti amministrazioni locali e merita di essere segnalata la rilevanza che i temi dell’ambiente e della green economy hanno nei programmi dei candidati sindaci. Anche perché sono programmi più green, in genere, di quelli dei leader politici nazionali.

 

Tra le molte attività della Fondazione spicca il Water Forum Italia-Olanda in occasione della visita in Italia della famiglia reale olandese, mentre per quanto riguarda le buone pratiche i dati presentati in occasione dei 20 anni del CONAI dimostrano quanta strada abbia fatto il nostro Paese nel riciclo dei rifiuti e quanto grandi siano le potenzialità per l’Italia nella sfida dell’economia circolare.

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